Aliyah: Il segreto per vivere a Israele senza versare tasse per 10 anni
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Israele è ben nota per la sua fiorente economia, la sua religione, le sue ampie spiagge, la sua vivace vita notturna e, naturalmente, il suo vasto patrimonio storico e culturale.

Tuttavia, non molti sono consapevoli del ruolo della nazione come paradiso fiscale. Stiamo parlando di Aliyá o Aliyah, un termine ebraico che si potrebbe tradurre come “elevazione” o “ascensione”.

Sebbene in Israele l’imposta sul reddito per i cittadini e per la gente comune non sia affatto invitante (e possa persino raggiungere una percentuale del 50%), grazie al suddetto Aliyah, ebrei e cittadini rimpatriati, così come i nuovi immigrati, possono ottenere un’attrattiva aliquota dello 0%…

Un immigrante che arrivi a Israele sotto l’Aliyah potrà godere per 10 anni di vaste agevolazioni fiscali. Questi sarà esonerato dal pagamento delle tasse e per la durata di tale periodo non sarà tenuto a dichiarare l’origine dei suoi beni o dei suoi redditi.

Si tratta quindi di un regime di esenzione fiscale totale, che garantisce anche una privacy senza paragoni per gli standard occidentali.

Se questo regime è tanto conveniente, perché è così poco conosciuto?

In qualità di cittadini spagnoli o latino-americani, i nostri utenti tendono a pensare in termini di prossimità, di affinità (Andorra e Portogallo) o di popolarità nelle reti (Emirati, Qatar, Malta, ecc.), e considerando quanto la storia e le tradizioni latine siano poco legate al giudaismo o allo stato d’Israele… si può dire che in genere l’Aliyah rappresenti una vera e propria incognita.

Nonostante ciò, essa risulta estremamente popolare tra i russi e i francesi.

Un esempio lampante è il proprietario del Chelsea, Roman Abramovich, che ha abbandonato il suo profittevole regime non-dom nel Regno Unito per il superbo regime Aliyah, molto più vantaggioso dal punto di vista fiscale.

Che origine ha questo regime?

L’aspetto fiscale del regime Aliyah iniziò ad applicarsi in Israele nel 2008, nella forma di emendamento alla tassazione ordinaria del paese, e rimase noto come “Emendamento 168 all’Ordinanza sull’Imposta sul Reddito” o “Legge Milchan” (il magnate per il quale fu creata la stessa).

Inizialmente, questo emendamento era destinato a favorire l’arrivo a Israele di nuovi ebrei (Aliyah), consentendo agli stessi di beneficiare di un’esenzione di 10 anni sul reddito guadagnato al di fuori di Israele.

Questa misura e l’esenzione fiscale sono state concepite col semplice intento di aiutare i nuovi ebrei stabilitisi in Israele, in modo da non affrontare difficoltà economiche nei primi anni complicati di adattamento al paese.

Cionondimeno, la realtà si rivelò abbastanza diversa… E il regime funse principalmente da attrattiva per i milionari.

A chi viene concesso questo regime?

Tale esenzione fiscale copre i redditi provenienti dal di fuori di Israele, e per avervi diritto è necessario lo status di “primo residente in Israele” (indipendentemente dall’origine ebraica) o di “immigrato rimpatriato”.

E come si ottiene lo status di “primo residente in Israele”?

Testuali parole dei nostri collaboratori in Israele: “L’esenzione di 10 anni è valida per ogni residente israeliano che venga a vivere nel paese per la prima volta, indipendentemente dal fatto che sia ebreo o meno. Tuttavia, dal punto di vista della legge ebraica sull’immigrazione, è probabile che i non ebrei incontrino qualche difficoltà nel diventare residenti.”

Lo status di residente in Israele per la prima volta, sottoposto a rigoroso controllo da parte del dipartimento per l’immigrazione, è concesso a:

  • Nuovi immigrati nel paese, o “Oleh-Hadash”. Lo status, in teoria, è concesso a ebrei, persone con radici ebraiche (fino alla terza generazione), sionisti, o persone strettamente legate a Israele. Ma, nella pratica, il regime vantaggioso è a disposizione di chiunque voglia vivere in Israele… e in questo momento ne sta usufruendo più di un non ebreo (per esempio il milionario James Packer).
  • Altri residenti degni di nota. Sotto il rigido sistema di controllo immigratorio israeliano, e con una consulenza adeguata, può essere concessa nuova residenza a Israele a persone che stiano per intraprendere iniziative commerciali favorevoli per il paese, a chi svolga lavoro specializzato, o a chi abbia una certa affinità sionista.

A questo punto il lettore potrebbe chiedersi se valga la pena fare tutto il possibile per vivere e versare tributi a Israele… ma i benefici garantiti dal regime descritto sono molto ampi e praticamente ineguagliabili nel mondo in termini di tassazione bassa e di discrezione.

Quali vantaggi offre?

  • Esenzione di 10 anni per i redditi guadagnati al di fuori di Israele.
  • Inclusione in tali redditi esteri di interessi, royalties, dividendi e plusvalenze da fonti estere, e proventi da prestazioni di libero professionista svolte a favore di clienti non residenti in Israele.
  • Rilascio di un certificato di residenza fiscale ai beneficiari di tale regime.
  • Esenzione dall’obbligo di riportare o comunicare il proprio reddito  alle autorità fiscali israeliane per 10 anni.
  • Possibilità, dopo un certo periodo di tempo, di ottenere un passaporto israeliano.
  • Possibilità di effettuare operazioni offshore in paesi con tassazione bassa o nulla. In altre parole, questo equivale a 10 anni di esclusione dalla definizione di residente in società israeliana (per sede di gestione effettiva) per le imprese stabilite all’estero che siano di proprietà di un “Oleh” o nuovo immigrato. Per esempio: si potrebbe operare dalle Bahamas o dalle Isole Vergini Britanniche (con tassazione allo 0%) senza che venga applicata l’attuale normativa israeliana sulle imprese estere controllate.

A chi lo consigliamo?

L’Aliyah è senza dubbio uno dei regimi fiscali più vantaggiosi del pianeta, non tanto per la sua attrattiva fiscale, quanto per lo scarso controllo a cui è soggetto il beneficiario da parte delle autorità. Tuttavia, non stiamo parlando di un regime alla portata di tutti.

A Relocate&Save raccomandiamo di fare domanda per questo regime solo a coloro che hanno antenati ebrei (terza generazione), legami con popoli ebrei oppressi (sefarditi), affinità sioniste o grandi attività che possano essere di interesse per lo Stato di Israele.

Questo regime negli ultimi anni ha rappresentato una certa attrattiva per russi e francesi, ma è stato molto poco sfruttato dalla comunità ebraica presente in America Latina (Venezuela, Cile, Argentina, ecc.) e Spagna, attualmente minacciata dall’ascesa del populismo e dalla sinistra bolivariana.

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